LA STORIA
1.Tra il 1981 e il 1983,600 omicidi di fazioni diverse di Cosa Nostra che si contendevano il dominio sul territorio.
2. 03/09/1982:azione mafiosa,"strage di via Carini" in cui perse la vita il Generale Dalla Chiesa. <<Qui è morta la speranza dei parlamentari onesti>>
3. 1983:Antonino Caponetto istituì il pool antimafia,ossia un gruppo di giudici che si occupavano esclusivamente di delitti mafiosi.
4. 1983:arresto di Buscetta in Brasile,l'anno dopo fu estradato.
5. 10/02/1986: maxi processo contro la mafia,durò fino al 30/01/1992
6. 1986:fine del maxi processo di 1° grado,tra i contumaci figurano Totò Riina e Bernardo Provenzano.
7. 1987: Caponetto lascia il pool antimafia e si trasferisce a Firenze, Falcone vuole prendere il suo posto,ma la maggioranza dei consiglieri vota Antonio Meli;questo portò allo scioglimento del pool.
8. 1989:finito il maxi processo,"Cosa Nostra" decise di prendere una rivincita con lo stato
9.La strage di Capaci: è un attentato mafioso in cui il 23 maggio 1992,sull'autostrada A29,persero la vita Giovanni Falcone,sua moglie e i tre agenti di scorta.
L'uccisione di Giovanni Falcone venne progettata tra il settembre-dicembre 1991. La "commissione" di Cosa Nostra decise di dare inizio agli attentati il febbraio del 1992,quando venne inviato a Roma un gruppo di fuoco composto daq mafiosi di Brancaccio e della provincia di Trapani,che avrebbero dovuto uccidere Falcone facendo uso di Kalashnikov,fucili e revolver. Qualche tempo dopo però,il boss Salvatore Riina,fece tornare il gruppo di fuoco perché voleva che l'attentato a Falcone fosse eseguito in Sicilia adoperando l'esplosivo.
Nei mesi successivi,i boss Biondino,Ganci e Cancemi compirono alcuni appostamenti presso l'autostrada A29,nella zona di Capaci. Collocarono 400 kg di tritolo in un cunicolo di drenaggio sotto l'autostrada e nascosero il telecomando tra due balle di paglia in un camion che trasportava una cavalla a Palermo.Il 23 maggio avvenne l'attentato.
Il 23 maggio Ganci seguì l'uscita dalla caserma "Lungaro" delle Fiat Croma blindate che dovevano prelevare Falcone all’aereoporto i di Punta Raisi e telefonò a Giovan Battista Ferrante e Salvatore Biondo (mafiosi di San Lorenzo), i quali si trovavano già all’aeroporto per vedere atterrare Falcone da Roma ed avvertirono telefonicamente Giovanni Brusca e Antonino Gioè, che si trovavano appostati sulle colline sopra Capaci. In seguito Gioacchino La Barbera si spostò con la sua auto in una strada parallela alla corsia dell'autostrada A29 e seguì il corteo blindato dall'aeroporto di Punta Raisi fino allo svincolo di Capaci, mantenendosi in contatto telefonico con Brusca e Gioé. Tre, quattro secondi dopo la fine della loro telefonata, Brusca azionò il telecomando che provocò l’esplosione: la prima blindata del corteo, la Fiat Croma marrone, venne investita in pieno dall'esplosione e sbalzata dal manto stradale in un giardino di olivi a più di cento metri di distanza, uccidendo sul colpo gli agenti Antonio Montinario, Vito Schifani e Rocco Dicillo, che furono orrendamente mutilati dall'impatto; la seconda auto, la Fiat Croma bianca guidata da Falcone, si schiantò contro il muro di cemento e detriti improvvisamente innalzatosi per via dello scoppio, proiettando violentemente Falcone e la moglie, che non indossavano le cinture di sicurezza, contro il parabrezza; rimasero illesi invece altri quattro componenti del gruppo al seguito del magistrato: l'autista giudiziario Giuseppe Costanza (seduto nei sedili posteriori della Fiat Croma bianca guidata dal giudice) e gli agenti Paolo Capuzza, Gaspare Cervello e Angelo Corbo, che sedevano nella terza blindata del corteo.
11.19/07/1992:in Via D'Amelio a Palermo viene ucciso il giudicePaolo Borsellino.La strage di Via D'Amelio fu l'attentato mafioso in cui il 19 luglio 1992, in via Mariano d'Amelio a Palermo, persero la vita il giudice antimafia Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta e prima agente della Polizia di Stato a cadere in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina
e Claudio Traina; l'unico sopravvissuto fu l'agente Antonino Vullo, risvegliatosi in ospedale dopo l'esplosione, in gravi condizioni. L'attentato seguì di due mesi la strage di Capaci, in cui era stato ucciso il giudice Giovanni Falcone, amico e collega di Borsellino, segnando uno dei momenti più tragici nella lotta alla mafia.Dopo l'attentato, l'agenda rossa che il giudice portava sempre con sé e dove era solito annotare le informazioni e le riflessioni personali sulle sue indagini ed i suoi incontri, non fu mai ritrovata.
Il 19 luglio 1992, alle ore 16.58, una Fiat 126 rubata contenente circa 100 chilogrammi di tritolo radiocomandati a distanza, esplose in via Mariano D'Amelio, sotto il palazzo dove viveva la madre di Borsellino, presso la quale il giudice quella domenica si era recato in visita.
LA FAMIGLIA DI "COSA NOSTRA"
L'espressione "Cosa Nostra" viene utilizzata per indicare un'organizzazione criminale di stampo mafioso-terroristico presente nella Sicilia occidentale (principalmente nella provincia di Palermo).
L'interventi dello stato italiano si sono fatti più decisi a partire dagli anni ' 80 attraverso le indagini del pool antimafia.
STRUTTURA
L'aggregato principale di "Cosa Nostra" è la famiglia (detta anche cosca).
La commissione interprovinciale,che viene chiamata anche "regione","commissione provinciale" o "cupola",è stata un organo direttivo di "Cosa Nostra" formato da sei rappresentanti mafiosi di ogni provincia siciliana,esclusa quella di Messina,Siracusa e Ragusa.
Lucrezia D'Annunzio,Matteo Tambelli e Angelo Bassano